Situazioni imbarazzanti al rinomato Cinema Massimo ("il cinema del Museo Nazionale del Cinema") di Torino, in occasione dell'inaugurazione della rassegna
Omaggio a Daniele Gaglianone.
Daniele Gaglianone è un bravo regista torinese (ma di origine anconetana), autore ad esempio de
I nostri anni,
Nemmeno il destino,
Pietro,
Ruggine. La rassegna si apre con il suo primo lungometraggio (
I nostri anni), un bel racconto di vita partigiana che dai vent'anni dei protagonisti nel 1943 si protrae fino alla loro terza età, in cerca di uno sbocco o di una risoluzione. Questo film nasce dal lavoro del regista all'Archivio Cinematografico della Resistenza, per 5 anni, come intervistatore di ex partigiani (una premessa
eccellente). Dopo la proiezione è atteso il regista in persona per il dibattito.
Ma la proiezione, fin da subito, lascia il pubblico perplesso:
il film, invece che da pellicola, è proiettato in un digitale sgranato, a bassissima definizione, e compresso all'inverosimile. Senza esagerare, è come se un video di YouTube NON in HD fosse proiettato sullo schermo del cinema. Anche l'audio non se la cava molto bene. L'immagine è davvero devastante: le scene nel bosco risultano in macchie
a stento interpolabili dall'occhio umano.
Incredibilmente la proiezione non viene interrotta: evidentemente
nessuno dello staff del cinema o della rassegna è presente in sala a controllare che tutto vada per il verso giusto. Il film prosegue fino alla fine, perfino la frase finale scritta
a tutto schermo è difficile da leggere perchè troppo sfumata. In quel momento entra il regista, partono i titoli di coda (anch'essi quasi illeggibili) e si accendono le luci: con una faccia da chi ha capito QUASI tutto e un geniale tono canzonatorio alla Nanni Moretti il regista dice "
Ma non era in pellicola?? Io l'ho girato in pellicola!" Alcuni spettatori rumoreggiano e solidarizzano con la perplessità del regista. Vengono
ignorati. Il dibattito inizia e Daniele chiede che i potenti fari da palco che gli puntano in faccia vengano abbassati o spenti. Viene
ignorato. Il regista parla, racconta dei 6 diversi tipi di pellicola usati per scene diverse del film: non immagina che la qualità del film fosse stata così pesantemente
sub-dvd che le sue ricercate pellicole, luci, contrasti fossero andate perse nei quadratoni pixellati.
Basta. Si conclude la serata senza che
nessuno abbia nemmeno detto "
siamo desolati per l'inconveniente", mentre la gravità della situazione necessitava non solo di
scuse ma
anche di un rimborso del biglietto.
E' UNO SCANDALO.
Regista, collaboratori, organizzatori si fermano a discutere del problema, Daniele cerca di sincerarsi che le proiezioni dei prossimi film vengano svolte a modo, alcuni spettatori si uniscono al crocchio e confermano che la proiezione è stata surreale. Faccio un paio di osservazioni anche io, ma non vengo capito: chi non era in sala infatti non può nemmeno immaginare. E infatti la ragazza dello staff del Cinema non sembra turbata: così, tranquilla, bene e buonanotte e ciao.
Il risultato finale di tutto questo è un insulto al pubblico (che ha pagato 5 euro per
non vedere un film) e al bravo regista Daniele Gaglianone. Altro che
omaggio.
Torino capitale d'Italia, capitale Europea della Cultura, capitale del Cinema. Torino superstar. MA PER FAVORE: non sanno neanche usare un proiettore.