SILVER LININGS MOLTO POSITIVI

Sono mesi e mesi che non scrivo niente su questo "blog" – e ci sono anche dei motivi, sapete – ma adesso ho bisogno di sfogarmi. Per cui ora mi rialzo dai miei pensieri troppo alti e scollegati e vi comunico deciso: Il Lato Positivo – Silver Linings Playbook è un film pessimo e inguardabile e molto fastidioso.
Molto fastidioso come il fatto che questo pattume venga additato con entusiasmo (??) anche da vari ambienti culturalmente freschi e poco mainstream, e recuperato in rassegne gggggiovani, e stellinato a destra e a manca.


Di gente che crede di recensire dei film usando espressioni come "cast in formissima" invece non perdiamo nemmeno tempo a parlarne.

PROIETTORI E METODO SCIENTIFICO


Aula universitaria, la lezione sta per cominciare: il docente accende il proiettore e il computer. Ma... imprevisto! Il proiettore non "vede" il pc, e infatti noi studenti vediamo tutto blu e la scritta «Computer 1. Nessun ingresso». Anche la tastiera non funziona.
Allora lo studente A si avvicina al pc del docente, e smanetta un po' i cavi che collegati sul pc controllando che non siano allentati: la tastiera ora funziona, ma il proiettore si ostina a non proiettare un bel niente.
Con un po' di malumore si è costretti ad iniziare la lezione senza le slide... un modo di fare lezione ben poco incisivo.
Passata un'oretta è ben l'ora di fare una pausa. Entra in scena lo studente B.

B: «Approfittiamo della pausa per cercare di far funzionare il proiettore!».
A con sicurezza: «No, no, è inutile, ho già controllato i cavi: sono attaccati bene».
B: «Proviamo, tentar non nuoce: con uno sforzo congiunto magari ce la facciamo».
A: «No, no, è inutile».

Ma B non demorde: controlla gli altri punti critici del cavo (sul proiettore, su una giunzione cavo-cavo), ma non l'attacco sul pc perchè già precedentemente controllato da A. Ma il problema persiste.
Il docente disperato chiama un tecnico: il tecnico stacca il cavo dal pc, e lo riattacca nella posizione GIUSTA. Problema risolto.

INSEGNAMENTI DA PORTARE A CASA:
Un bravo scienziato conosce il valore della collaborazione.
Un bravo scienziato dubita sempre dei propri risultati. (Non è vero, mio caro A?)
Un bravo scienziato dubita sempre dei risultati degli altri scienziati. (Non è vero, mio caro B?)

GENTE CHI?

Uno convalida il proprio titolo di viaggio, sale sul suo intercity, si siede al suo posto. In un arco di tempo di sole 3 ore intorno a lui fioriscono - nelle mani di viaggiatori di ogni età - riviste patinate che rispondono ai titoli di:

NUOVO
GENTE
METROPOLITAN
CHI
TUSTYLE
GRAZIA

Si intravede un tizio che legge il quotidiano Repubblica.
Libri? No grazie.

Uno allora pensa alle bombe sui treni, alle stragi, alla vita dopo la morte, al viaggio come metafora, al crepuscolo della società occidentale.
La cosa più sicura da fare in questa situazione ormai compromessa è guadare fuori dal finestrino, aiutare qualche signora a mettere su la valigia, e scendere di buon passo non appena arriva la propria stazione.

E non voltarsi indietro.

LUI RACCOGLIE L'UVA ?

Sveliamo subito il finale di questo post: il finale è NO.

Mi vengono a dire che I Giorni Della Vendemmia è un piccolo film indipendente, fatto da giovani (età media sotto i 26 anni), "delicato" e "essenziale", che con 3 pellicole sta girando la penisola grazie al tam tam e all'interesse del pubblico.
Sembra interessante: l'ultima volta che ho letto cose del genere si parlava de Il Vento Fa Il Suo Giro, del bravissimo Giorgio Diritti, che fu sì un bel film. E allora forza, di corsa al cinema "Fratelli Marx" a fare un po' di tam tam.

Inizia la proiezione e dopo dieci minuti -all'entrata in scena della suadente ragazza coprotagonista- esplode la bruttissima sensazione di trovarsi sul ciglio dell'inizio di un film pornografico girato nel casolare di campagna di un amico del regista. Per fortuna la linea non viene oltrepassata, ma si palesa in fretta il clichè trainante del film: la smaliziata ragazza di città che svezza il ragazzino di campagna. Oh!!
E poi va davvero tutto a rotoli: lei che vendemmiando chiede a lui «hai mai fatto l'amore?» (potete immaginarvi come va a finire... sì, lui raccoglie l'uva), la famiglia emiliana babbo comunista mamma cattolicona, «accendimi la sigaretta», e poi lei va con un'altro, e poi una certa persona era suo fratello!, e poi suo fratello era gay!, e poi una parabola dal vangelo secondo giovanni (succede anche questo), e poi...
Poi vogliono fare quelli culturalmente giusti omaggiando il grande Berlinguer, o facendo comparire un vinile del mitico primo album dei Violent Femmes. Sacrosanto, ok, regolare, ma.... a che gioco giochiamo? E' una lisciatina??

Che tristezza: doveva essere uno di quei film semplici, genuini, essenziali, onesti... e invece è un frullato dei rispettivi clichè, una imitazione imbarazzante e controproducente, una tesina da studente di cinema che cerca di mettere in ordine quello che gli hanno insegnato, confondendo l'essenzialità con l'assenza di contenuti o di modalità significative.

Beh, io direi che per fare dei veri film servono dei registi, cioè dei visionari di idee e di immagini che hanno qualcosa da raccontare.
E' questo il caso? NO.

PROVACI ANCORA, THOVEZ

Appena superato il ponte Umberto I, la leggera pendenza di Corso Fiume maestosamente alberato indica l'inizio dei colli. La città finisce molto in fretta, su in collina, e poco dopo il termine di viale Enrico Thovez è il verde a farsi sempre più spazio tra le case.
Con un po' di voglia di camminare potete arrivare anche su in cima, fino al Parco della Maddalena.

Se riscendendo verso la pianura taurina il nome Enrico Thovez continua a girarvi in testa, è perchè l'avevate già scorto tempo fa tra i libri della biblioteca.
Basta leggere la poesia sulla copertina dell'edizione Einaudi per capire cosa passava per la testa al giovane Thovez quando si avventurava in collina, e forse le autorità comunali non hanno scelto a caso questa posizione per la via a lui intitolata.

Enrico, Enrico... ma che volevi fare?? Ma che ti eri messo in testa???... eh, se non ci avessi lasciato nel 1925 avresti potuto ascoltare anche tu "Judy and the dream of horses" dei Belle&Sebastian:
«Judy let's go for a walk / we can kiss and do whatever you want / but you will be disappointed: you will fall asleep with ants in your pants» (Judy andiamo a fare una passeggiata / possiamo baciarci e fare tutto quello che vuoi / ma rimarrai delusa: ti addormenterai con le formiche nei pantaloni)

(E diciamolo una buona volta: se oggi qualche giovane writer imbratta i muri con citazioni del genere, o indossa scolorite magliette con analoghi contenuti, un domani verrà radioso in cui passeggiando per la città incapperemo distrattamente in Via Belle&Sebastian, ci potete scommettere. Sì sì, avete proprio ragione: sarà un mondo migliore. E quei versi di Judy and the dream of horses saranno ben leggibili -scritte nere in riquadri dallo sfondo bianco- stampati sulle confezioni di profilattici così come oggi "il fumo uccide" sui pacchetti di sigarette).


E poi: formiche se va bene ai fortunati, zecche per i più audaci.

MUSICA PER JULY

Ti svegli una mattina ed è luglio.
Serve una colonna sonora degna di questo nome, e il primo pensiero non può che andare a July, July! dei Decemberists, ovviamente. Fantastica e insuperabile come lo è sempre stata, è chiaro, ma sono anni ormai che oscilliamo al loro ritmo (uh, come dite? Voi non oscillate? Voi non oscillate ascoltando i Decemberists da anni? E ALLORA mettetevi in pari e DATEVI UNA MOSSA).
Bene, è il momento di cercare un altro July, qualcosa dal fresco retrogusto di limonata. Ehi, eccolo: ce n'è uno niente male come quinta traccia di un album dalla copertina colorata che viene dalla Polonia! Oh, ma non fate come i bambini, vi prego no: non cliccate subito sulla traccia 5... spingete play e lasciate scorrere questo disco mentre con un sano pizzico d'incoscienza i nostri eroi macinano pedalate lungo soleggiate strade di campagna, pronti a fare bisboccia alla prima sagra di paese che capita a tiro o a far sosta all'ombra di un grande albero poco prima del crepuscolo.

(uh, come dite? Dite che ci sarebbe anche quella canzone "Giulio", quella che fa Giulio a luglio sotto il sole mi squaglio ma nel tuo costume fino da bagnino non ci vuole un indovino a saper cos'è l'amor eccetera? Mah credo che probabilmente quella volta eravate di notte in spiaggia a lido degli estensi ubriachi fradici e io non c'ero, per cui mi dispiace non la conosco. Alla prossima)

KARMA POLICE

un inaspettato momento della manifestazione "Popolandomi",
Milano 27 maggio 2012 via Padova
Chi è sulle strisce ha sempre ragione!

LA FANTASIA AL POTERE



Qui trovate alcune foto.

IL CUORE (TORBIDO, TORRIDO, FANGOSO)

RaiNews24 che spessore, metti un inviato a caso dall'imbarazzante Festival di Cannes che cerca di usare parole grosse e BAAAM ti fa andare di traverso la cena con questo intervento delirante di un minuto e mezzo:
http://www.youtube.com/watch?v=rDfP43HpPJI

«una certa ansia», «il cuore di portare sullo schermo», «galleggia con disonore nel fango delle paludi», «e ovviamente NOI NON POSSIAMO NEMMENO MOSTRARVELE», «una vera e propria scena di sesso».

Capito, furbacchioni occhilunghi che avreste tanto voluto vederle queste sequenze? Loro non possono mostrarvele: dovrete comprarvi un biglietto! Sì, per un altro film magari.

Bombardateli, grazie. Fate piazza pulita. Invadete Cannes su migliaia di moto Vespa travestiti da Nanni Moretti. Insomma fate quello che volete ma FERMATELI.

MEZZO TRAM

Attraversiamo la strada.
«Attenti, arriva il tram!» «Sì, ma tanto siamo sulle strisce...» «Beh, a me sembra che siamo sui binari del tram, più che altro...»

E voi dove pensate di trovarvi: sulle strisce o sui binari? Che è un po' come dire: il bicchiere lo vedete mezzo pieno o mezzo vuoto?

Se aveste un bicchiere mezzo pieno in mano non potreste trovarvi sui binari mentre sta per passare un tram senza rischiare di rovesciarne almeno in parte il contenuto.
Ma anche essere sulle strisce con un bicchiere mezzo vuoto è una vittoria a metà (una mezza sconfitta in questo caso).
Trovarsi sulle strisce con un bicchiere mezzo pieno è la combinazione vincente. Però attenti, sta per passare un tram!!

Il tram ha la strada segnata, noi possiamo scartare di lato. Questo decise la sorte. E allora andiamocene da questo stupido incrocio di linee parallele.

ROTONDE IN BUG

Svoltare all'uscita giusta in una rotonda è una operazione delicata e il processo logico che ne è alla base (o dietro le quinte, se preferite) nasconde alcuni pericolosi bug.

Il più comune ed intuitivo è la caduta in loop infinito: se nessuna uscita corrisponde alla via che cercate (ad esempio: Via del Ritorno) potreste girare in tondo in eterno pensando "E' questa? no, vediamo la prossima... E' questa? no, vediamo la prossima... E' questa? no, vediamo la prossima... E' questa? no, vediamo la prossima..." e così via.

Una variante molto più raffinata e meno dispendiosa per la vostra CPU è questa: mettiamo che voi stiate già percorrendo Via del Ritorno, e dobbiate semplicemente attraversare una rotonda e proseguire. Il programma grosso modo dice

entra in rotonda;
 if (uscita = "Via del Ritorno") esci dalla rotonda;
  else continua a girare;

e sembra funzionare. Ma se la Via del Ritorno oltre la rotonda cambia nome.... allora il vostro giro completerà i 360 gradi e voi uscirete da dove siete entrati e percorrerete Via del Ritorno in senso opposto!
E pedalerete, pedalerete, pedalerete...

DIAZ. IL FILM

Però in sala a vedere Diaz - Don't clean up this blood non ha riso nessuno. Nessuno proprio.

E' sufficiente guardare questa violenza gratuita, reiterata, sregolata. Le torture, le urla, il sangue. Serve stomaco forte.
Eppure i fatti reali sono stati ancora più gravi e violenti (!santo cielo!), come confermato dal regista Daniele Vicari e da Enrico Zucca, sostituto procuratore a Genova e pm per il processo Diaz (vedi link più sotto). «Certe storie violente e terribili non me la sono sentita di metterle in scena» puntualizza il regista.

Ci sono tante cose da dire. Le hanno già dette altri, e vale DAVVERO la pena andarle a leggere:
- Diaz, tra fiction e realtà
- Irruzione alla Diaz, il film che denuncia il massacro

Ha ragione Lorenzo Guadagnucci (blog), l'unico giornalista italiano testimone della Diaz sulla propria pelle: il fatto più grave di tutta questa storia è quello che è successo (o che non è successo) dopo, e questo purtroppo il film non lo rappresenta bene: i vertici di polizia hanno mancato di assumersi le loro responsabilità per un’operazione tecnicamente scandalosa e indifendibile; hanno garantito ampia protezione e promozioni agli agenti e ai funzionari impegnati sul campo; hanno rifiutato di chiedere scusa e di ripudiare quell’operazione; hanno ostacolato l’azione della magistratura, invece di collaborare lealmente come si conviene a funzionari dello stato. E poi il silenzio e le bugie dei media. Il silenzio.

Ma basterebbero le scuse?

A capo della polizia c'è uno che di cognome si chiama Manganelli, il resto ve lo immaginate. Smile.
Ma forse è anche peggio. Blink.

ALEAROMI

Molte scoperte scientifiche sono avvenute per caso: penicillina (una muffa venuta da chissà dove che uccideva le colture allevate da Fleming), LSD (cercavano di ottenere degli antibiotici), sintesi dell'urea (Wohler voleva semplicemente ottenere il cianato d'ammonio)... anche molte scoperte riguardanti la fisica hanno avuto origine simile: alcune si sono verificate durante il montaggio/smontaggio di apparecchiature, o per contatti casuali.

Lo stesso accade in cucina: provate a casa vostra con questo semplice esperimento!
1. Dotate la vostra cucina di un bidone per la raccolta differenziata dei rifiuti organici.
2. Preparate alcuni pasti (colazione, pranzo, cena) a piacimento vostro o dei vostri conviventi.
3. Avvicinate il vostro naso al bidone (punto 1) e inspirate vigorosamente. Se siete fortunati sentirete un profumo inedito e interessante.
4. Cercate di ricreare il mix di aromi in un piatto cucinato come si deve.

Nella foto: un fortunatissima composizione di prezzemolo, cannella, zenzero, con retrogusto kiwi e limone ambiguamente carotato...

5. (facoltativo). Aprite un ristorante a Parigi. E poi invitatemi. A Parigi!
6. (facoltativo). Ascoltatevi sberloni, se avete tempo e stomaco.
Gli abbinamenti nuovi prima ti schifano, poi ti sofisticano, ti seducono....

QUALUNQUISMO SENTIMENTALE

Una vale l'altra.

A PARIS, MON CHERI

Con aria sognante ti dicono che presto andranno a Parigi! Che sono appena tornate da Parigi! Ed è stato bellissimo! Sarà bellissimo! A Parigi!

Ragazze, ovviamente. Una, due, tre, quattro, cinque, sei...

Dai loro mazzi di chiavi penzolano piccole Torri Eiffel, o cubetti colorati con la scritta PARIS.

Non ci sono mai state ma... Oh, gli piacerebbe tanto tanto andarci! A Parigi!

Come le scimmie antropomorfe di 2001 Odissea nello Spazio si radunano intorno al monolite, così queste ragazze sono magneticamente attirate dalla Tour Eiffel.

E poi certe persone dicono che 2001 Odissea nello Spazio è un film che non si capisce. Ma come? Più chiaro di così! Evidentemente queste persone non sono mai state a Parigi.

DISCO DIALOGO

...TUM TUM TUM,TA-TA-TUM, TUM, TUM...
... Ore 04:02 ...

lei: è seduta a margine della bagarre, testa appoggiata al braccio, aria annoiata e infastidita.
io: «E' LA PRIMA VOLTA CHE VIENI IN DISCOTECAAA?»
lei: scuote il dito a dire "no".
io: «E' L'ULTIMAAA?»
lei: scuote il dito a dire "no".
io: «LA MIA E' LA PRIMA E L'ULTIMAA!»
lei: annuisce con la testa a dire "sì".


E' inequivocabilmente ora di andare a dormire.