Può succedere che uno si stupisca di essere l'unico della classe a conoscere i Sigur Ros. E a perdersi in via Mazzini ascoltando Hvarf/Heim.
Ma la smentita arriva puntuale quando si resta fuori dal Cinema Massimo causa esaurimento posti, per la proiezione di INNI, mezzo documentario mezzo concerto (Londra 2008) sui Sigur Ros. Per fortuna ci sono ancora alcuni posti per il secondo spettacolo.
INNI è più del dvd di un concerto, anche se tutto sommato quello che si vede (a parte alcuni brevissimi e geniali spezzoni di repertorio) è un concerto. La ricerca visiva e fotografica è enorme: intenso bianco e nero, ad alto contrasto, sfumato e mosso da un re-filming digitale-analogico-digitale. Inquadrature che da grandi spazi passano a frugare nei dettagli più nascosti del palco. Nebbie, fumi. Ombre e luci.
Su tutto, impressionano l'intensità emotiva e la tensione che impiega Jonsi Birgisson per i suoi lunghi falsetti, faccia contratta e sudore che luccica. E in fondo lo capisci e in un certo senso lo perdoni quando si siede al piano di fianco a Kjarri Svenisson e inizia a pestare gli accordi ridendo come un bambino in Inní mér syngur vitleysingur.
Il film si apre su Ný Batterí, una delle mie preferite. Peccato che nei cinema non si possa urlare. FANTASTICO. Per chi ci crede: http://www.youtube.com/watch?v=GHNrXH1yzyc
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